Ci pensavo prima a quanto mi manca scrivere, raccontare, trasformare in un dattiloscritto ogni mio pensiero, ogni emozione, ogni timore. Che quasi comincio a pensare che sia il mio destino, quello di scrivere. Non ci ho mai pensato.
L'ho sempre fatto e basta.
Un pò come respirare: ti serve ma non pensi a farlo. Lo fai perchè è istinto, ne hai bisogno.
Ci pensavo prima, mentre accavallavo i fogli di excel sullo schermo, a quanto non me ne fregava assolutamente niente di quei fogli di excel sullo schermo e di quanto avrei preferito starmene fuori col sole in faccia, a sentire l'aria fresca profumarsi di primavera.
Ci pensavo prima all'enorme infinito sterminato potere della musica. A come sappia farti riprovare i brividi, a come sia in grado di farti rivivere una situazione, assaporare un gusto, persino a farti riprovare il dispiacere per una delusione.
Ci pensavo prima a come in generale le persone non riescano a bastarsi e si ingolfino la vita e il cuore di relazioni impossibili, di amici fasulli, di tempo dedicato a chi non lo merita.
Pur di non star soli.
Ci pensavo prima alla primavera, al sole, all'aria tiepida, all'odore dei pollini e di verde.
Ci pensavo prima che ho voglia di pesche bianche, di biscotti al burro, di una granita all'amarena e anche di un nuovo profumo che sa di mele appena tagliate .
Ci pensavo prima che non è sempre bene aspettare che le cose accadono ma che a volte bisognerebbe forzare un pò di più la mano e avere meno reverenza di sbagliare.
Bisognerebbe avere più incoscienza, essere in grado di agire di pancia, essere più cuore e meno cervello.
Essere più istinto. Persino essere più scomodi e politicamente scorretti.
Alla fine di tutto riusciamo sempre a far prevalere la paura di non poter tornare indietro.
O forse, è meglio dire la paura di non saper guardare avanti.
Oltre la siepe, dove si nasconde la luce.
Che belle parole Eleonora.
RispondiEliminaTi sei aggiudicata una nuova folower.
http://pinkfreezeblog.blogspot.it/
Ricambio e ti ringrazio!
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