giovedì 30 gennaio 2014

Gennaio, il prezzo della libertà. E quello dei cardigan.
















Un appartamento carino. Spacciatomi come carino. Effettivamente carino.
Non il solito tugurio venduto come carino. Che ne ho già vista quattordicimila carini come dicono loro.
Che non sono carini come dico io.
Facevo due conti a matita prima e mi rendevo conto che la libertà mi verrebbe a costare.
A costare tanto, in termini di soldi. 
Mi continuo a ripetere che la libertà non ha prezzo, che certe cose cominciano a stringermi quasi quanto i jeans della seconda liceo e che devo imparare a gestirmi i soldi e a non sperperarli in cardigan.
L'altro giorno ho contato i cardigan: a 28 ho piantato lì.
Che poi cosa saranno trenta maglioncini? Pensavo: uno al giorno fanno un mese. 
Non vorrai mica che vada in ufficio con la stessa maglia tre giorni?
Poi ho pensato anche che il mio capo mi ha dato le password nuove: 
- Eleonora le tue sono MODA E FASHION. - 
A posto. 

Sono le 16.51 fuori diluvia. Diluvia da stanotte. E dicono che non smetterà per tutto il weekend. 
Riguardo le foto dell'appartamento.
Si, è proprio carino. 

mercoledì 29 gennaio 2014

In un mondo (ingiusto) di blogger

 
Che poi sono bionda ma contemporaneamente penso, rifletto e ragiono.
E riflettevo ieri su questo fantomatico mondo di blog e di blogger.
Una categoria astratta, variopinta e non del tutto definita che aumenta tanto quanto lo spread o la disoccupazione giovanile, tanto per stare in tema.

In un mondo in cui non c'è abbastanza posto per tutti, o almeno non c'è lo spazio lavorativo per tutti credo che si debba fare di necessità virtù.
Credo che si debba fare qualcosa piuttosto che non fare nulla.
Credo che si debba agire in una qualche maniera, sia essa la più improbabile o avventata, piuttosto che stare in attesa di una telefonata o una mail che non arriverà.
Credo che sia inutile lamentarsi, piangersi addosso se poi si stagna nel limbo dell'attesa.
Credo che i tempi siano cambiati definitivamente e che lo standard mentale del posto a tempo pieno ed indeterminato debba lasciare spazio ad una realtà molto più precaria in cui è la capacità di adattamento e di inventiva a segnare la svolta.

Appunto per questo credo in quei giovani e meno giovani che si sanno inventare: sanno inventare se stessi, sanno inventare un lavoro, sanno inventare un sogno in cui credere. E fanno tutto questo anche attraverso un blog.
E non sto dicendo sia facile, badate bene.
Non sto dicendo che i blogger salveranno questo Paese dal declino, dalla crisi economica, dal tarlo della disoccupazione.
Ma il "fare qualcosa" è segnale di vita, è capacità di creare, è impossessarsi del proprio tempo e sfruttarlo per dargli un fine che non sia una lamentela.

Perché ho scoperto di essere insofferente alla gente che si lamenta a tempo perso.
Di quelli che ti cercano solo per dirti che il mondo è ingiusto.

Ho scoperto che se si vuole cambiare, si deve partire da sé stessi.
E cambiare se stessi è già una rivoluzione.

lunedì 27 gennaio 2014

Un qualunque lunedì.

Il miele sul pane. Il freddo pungente sulle guance e l'aria che sa di neve.
Un parka in cui sprofondare e guanti animalier in cui intrufolar le mani.

La  fatica del lunedì. Di ogni lunedì. Che sembra sempre il primo giorno di scuola.
I pensieri che si aggrovigliano in matasse scomposte. Che infondo è meglio agire, sempre.

Lo smalto color ciliegia sulle unghie e un profumo nuovo che sa di biscotti al cioccolato e arancia amara.

Il profumo dei mandarini dal fruttivendolo quando ci passi davanti, e di una zuppa di ceci  fumante in cui tuffare il pane toscano arrostito.

La voglia di un nuovo blush. Che ultimamente fa rima con Nars. 

L'ultima passione sfrenata per le candele profumate che sanno trasformare la  casa in una nuvola di burro montato con lo zucchero. 

Il perdurante desiderio di un cappotto cammello e di un segno indelebile, questa volta sulla pelle.

Una giornata, un po' lemme e assonnata, avvolta in una sciarpa di nebbia cerulea.
Un qualunque lunedì di Gennaio.

A voi, buona settimana.

 




 




mercoledì 8 gennaio 2014

Quelli come me.

“Quelli come te, che hanno due sangui diversi nelle vene, non trovano mai riposo né contentezza; e mentre sono là, vorrebbero trovarsi qua, e appena tornati qua, subito hanno voglia di scappar via. Tu te ne andrai da un luogo all’altro, come se fuggissi di prigione, o corressi in cerca di qualcuno; ma in realtà inseguirai soltanto le sorti diverse che si mischiano nel tuo sangue, perché il tuo sangue è come un animale doppio, è come un cavallo grifone, come una sirena. E potrai anche trovare qualche compagnia di tuo gusto, fra tanta gente che s’incontra al mondo; però, molto spesso, te ne starai solo. Un sangue-misto di rado si trova contento in compagnia: c’è sempre qualcosa che gli fa ombra, ma in realtà è lui che si fa ombra da se stesso, come il ladro e il tesoro, che si fanno ombra uno con l’altro"                                                         



Elsa Morante, L’isola di Arturo